Il paziente che giunge al Pronto Soccorso viene accolto all’ingresso dall’infermiere di triage in un locale appositamente dedicato e attrezzato. L’infermiere di triage identifica il paziente per mezzo della tessera sanitaria o del documento d’identità.
Se al momento dell’accesso il paziente non ha con sé alcun documento, ma è capace di fornire le proprie generalità, viene accettato con i dati riferiti.
Se al momento dell’accesso non è effettuabile la corretta identificazione del paziente, si utilizza la modalità di “accesso d’urgenza” che prevede l’assegnazione di un identificativo numerico, con la possibilità di inserire in un secondo momento i dati anagrafici corretti.
In caso di barriere linguistiche sono utilizzabili una linea telefonica multilingue, un elenco di personale dipendente disponibile ed effettuare mediazione linguistica e un vocabolario multilingue.
Se dovesse giungere in Pronto Soccorso un minore da solo o accompagnato da adulti non parenti, l’infermiere di triage chiede di poter rintracciare telefonicamente i genitori o un suo tutore facente funzioni.
Se insorgono dubbi (allontanamento da casa, maltrattamento, genitori non informati), l’infermiere chiama le Forze Dell’Ordine.
Si considera di età pediatrica il paziente di età inferiore ai 15 anni.
La valutazione del paziente in triage conduce alla definizione di un “codice colore di priorità”, codificando l’urgenza in 5 codici numerici di priorità, con valori da 1 a 5, ove 1 indica il massimo livello di gravità. A tale codice numerico viene associato anche un codice colore.
Al termine della valutazione iniziale l’infermiere di triage applica al polso del paziente il braccialetto con bar-code identificativo (di colore bianco per pazienti senza allergie note, viola per pazienti allergici) e comunica al paziente il codice colore e la sala visita attribuiti, sia verbalmente sia mediante consegna di apposito foglio illustrativo in cui sono indicati il significato dei codici colore.