Defibrillatore automatico
Il defibrillatore impiantabile è un piccolo computer, alimentato da una batteria, racchiuso in un piccolo involucro di titanio indicativamente del peso di 70 g circa. Viene posizionato sottopelle, in genere sul lato sinistro o destro del torace, appena sotto la clavicola, viene collegato al cuore tramite uno, due o tre elettrocateteri (“fili elettrici”), che hanno due principali funzioni: trasmettere informazioni dal cuore al dispositivo e, ove necessario, condurre gli impulsi elettrici al muscolo cardiaco. Questi impulsi elettrici, a seconda della modalità di erogazione, possono stimolare il muscolo cardiaco analogamente a quanto fa un pacemaker, oppure possono interrompere le aritmie ventricolari.
La funzione del cuore è quella di una pompa che, contraendosi ritmicamente, garantisce la circolazione del sangue nell’organismo attraverso la circolazione sistemica e polmonare. Il cuore è composto da tessuto muscolare che attraverso la contrazione consente l’espulsione del sangue dalle cavità cardiache, e da un tessuto elettrico che, eccitando il tessuto muscolare, ne attua la contrazione. La funzione contrattile è regolata da un sistema di generazione e conduzione degli impulsi elettrici.
In alcune situazioni patologiche questo sistema si inceppa provocando un rallentamento del cuore (bradicardia o blocco) o aritmie.
In queste condizioni la quantità di sangue pompata dal cuore si riduce, pertanto non è più sufficiente a soddisfare le richieste dell’organismo. Ciò può comportare giramenti di testa, stanchezza, vertigini, ridotta tolleranza allo sforzo, perdita di coscienza (sincope), arresto cardiaco.
In queste situazioni il cuore va aiutato a contrarsi stimolando la sua attività elettrica con un apparecchio chiamato pacemaker. Se poi il cuore è dilatato (“indebolito”), nonostante la terapia farmacologia sia somministrata alla massima dose tollerata (ottimizzata) ed il ventricolo sinistro si contrae in modo ritardato in alcune zone, provocando il permanere dei disturbi, è possibile ricorrere alla stimolazione “biventricolare” che stimola sia il ventricolo destro che quello sinistro (con o senza l’atrio destro) per migliorare l’efficienza ventricolare sinistra. Soprattutto quando il cuore è dilatato, si verificano ritmi patologici molto rapidi (tachicardie) che possono originare dai ventricoli (tachicardia ventricolare) e determinare una riduzione della capacità di pompa cardiaca in quanto non ha tempo sufficiente per riempirsi di sangue.
In queste condizioni la quantità di sangue pompata dal cuore si riduce, e non è più sufficiente a soddisfare le richieste dell’organismo. Ciò può comportare giramenti di testa, stanchezza, vertigini, ridotta tolleranza allo sforzo, perdita di coscienza (sincope), arresto cardiaco. Un altro tipo di aritmia è la fibrillazione ventricolare che origina da diversi punti nei ventricoli; il battito estremamente accelerato non consente l’efficace contrazione, ma solo la vibrazione ventricolare.
Sia la tachicardia ventricolare che la fibrillazione ventricolare causano la perdita di coscienza, e se non immediatamente interrotta la fibrillazione ventricolare causa la morte per arresto cardiaco. Talvolta la tachicardia ventricolare se non interrotta può trasformarsi in fibrillazione ventricolare.
Il defibrillatore automatico impiantabile riconosce la tachicardia e la fibrillazione ventricolare ed eroga energia elettrica al cuore per rallentarle o interromperle.