Cardioversione elettrica esterna
Il cuore attualmente batte troppo velocemente e/o in modo irregolare a causa di un’aritmia (fibrillazione atriale, flutter atriale, tachicardia atriale, ecc..). Poiché tale aritmia altera il normale svolgimento delle funzioni cardiocircolatorie è opportuno tentare di riportare il cuore nel ritmo normale (ritmo sinusale).
La cardioversione elettrica esterna è una manovra che consente di ripristinare il ritmo cardiaco regolare mediante l’erogazione sul torace di una scarica di corrente sincronizzata con l’elettrocardiogramma.
La persistenza dell’aritmia potrebbe infatti portare ad un deterioramento della funzione cardiaca, con complessivo aumento della mortalità a lungo termine.
Si tratta di una procedura spesso efficace, ma non abbiamo a priori la certezza di successo: la percentuale di efficacia varia dal 75 al 90% in caso di fibrillazione atriale e dal 90 al 100% in caso di flutter atriale. Il successo della procedura dipende da diversi fattori fra i quali la durata della aritmia (più è recente e maggiori sono le probabilità di ripristinare il ritmo regolare), le dimensioni del cuore, in particolare dell’atrio sinistro (più è ingrossato e minori sono le probabilità di ripristinare e di mantenere stabilmente il ritmo regolare) e le dimensioni del torace.
Talvolta si ottiene il ripristino del ritmo sinusale mediante la cardioversione, ma l’aritmia recidiva molto precocemente (dopo alcune ore o pochi giorni dalla procedura). Il Medico può ritenere opportuno iniziare un farmaco antiaritmico alcuni giorni o ore prima della cardioversione elettiva: questo “pretrattamento “ può aumentare la probabilità di successo della cardioversione e ridurre la quantità di energia richiesta per far terminare l’aritmia.